Regina assoluta delle specialità della Tuscia viterbese, la castagna di Vallerano, unica ad aver ricevuto il marchio D.O.P. insieme al marrone, è stata nuovamente la protagonista del mese di ottobre.

La festa a lei dedicata, ormai alla sia diciassettesima edizione, ha preso il via, e si concluderà il primo novembre 2018.
Immancabili i pranzi e le cene nelle caratteristiche cantine di tufo, aperte per l’occasione con menu a tema e ingredienti primari del territorio.

Noi abbiamo avuto la possibilità e l’occasione di cenare nella bellissima cantina gestita dall’Associazione Amici della Castagna di Vallerano.

Tenuta in modo esemplare, curata e con un microclima interno perfetto, sia d’estate che d’inverno, con una collezione di attrezzi da lavoro agricoli esposti lungo le pareti di straordinaria bellezza.

La cantina nella sua interezza è posta su 2 livelli principali, il livello più profondo ha una temperatura completamente diversa dal primo livello, il primo livello ha una temperatura mite e poco umida, il secondo livello invece è più freddo e umido, perfetto per quando era utilizzato come magazzino per la conservazione dei cibi.

Il presidente dell’associazione ci ha rivelato che probabilmente la cantina era il magazzino di un antico ospedale che conservava lungo il percorso di accesso alla città le derrate alimentari, ciò confermato da un blocco con una Croce di Lorena bifida posto sulla sommità dell’ingresso.

Infatti, il territorio di Vallerano per un certo periodo finì sotto il dominio dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia, perciò tutti gli indizi porterebbero alla conferma di questa storia che si perde nel tempo.
La Cena
La cena è servita ai tavoli e comprende tutte le tipicità del luogo da gustare in un luogo unico nel suo genere.

L’antipasto comprende vari tipi di prodotti, tra cui i fagioli, i salumi, formaggi, le bruschette e una particolare “crepes” ripiena di formaggio, molto utilizzata nella cucina dell’alto Lazio.

La zuppa di ceci e castagne con patateci ha ricordato quella che ci cucinava la nostra nonna, con un sapore semplice e genuino che testimonia la dedizione che le le cuoche della cantina ci mettono.

Come seconda scelta tra i primi, la polenta al ragù valleranese con salsiccia e pecorino.

Come secondo un’arista arrosto con il profumo d’autunno con abbinati dei fagioli “de Mastano” al finocchietto selvatico “de Bandaniccio”.


Per concludere una selezione di speciali liquori fatti direttamente dal presidente dell’associazione, da sottolineare la particolarità di quello al prugnolo e di quello alle foglie d’ulivo.

Se avete la possibilità, vale la pena di fare un salto a Vallerano per vivere una festa rurale, immersi nella natura della Tuscia in un paese che ogni anno ci stupisce con i suoi magnifici eventi.
